Un palco, un folto pubblico, un artista inginocchiato davanti a una chitarra in fiamme. L’immagine è ormai diventata iconica. Per chi non l’avesse ancora capito, stiamo parlando di Jimi Hendrix e della sua esibizione al Festival di Monterey nel 1967.
Ma cosa si nasconde dietro quel gesto entrato di prepotenza nella storia della musica? Ed era la prima volta?
Lo scoprirete nelle prossime righe, dopo aver visto insieme cosa è stato il Festival di Monterey, e chi ha suonato, oltre a Jimi Hendrix.
Il Festival di Monterey: un antipasto di Woodstock.
Iniziato il 16 giugno 1967, il Monterey Pop Festival rappresentò un evento musicale destinato a lasciare un segno indelebile nella storia. Per tre giorni consecutivi, la cittadina californiana di Monterey si trasformò nel palcoscenico di un raduno che attirò circa 200.000 appassionati. Il biglietto, venduto al prezzo simbolico di un dollaro, prevedeva la devoluzione di tutti i proventi in beneficenza.
Molti lo considerano il precursore diretto di Woodstock, non solo per l’eccellenza delle esibizioni e la presenza di artisti di spicco, ma anche per l’atmosfera permeata dagli ideali dell’amore libero, emblema della rivoluzione hippie degli anni ’60.
Questo evento divenne uno dei momenti cardine della “Summer of Love”, termine che sintetizzava quell’estate in cui la California si era imposta come punto d’incontro per migliaia di giovani attratti dalla controcultura.
Il festival nacque come una versione pop del tradizionale Monterey Jazz Festival, evento che in seguito evolse nel Monterey Folk Festival. Tra i promotori dell’iniziativa si distingue anche Paul Simon, metà del celebre duo Simon & Garfunkel, che fece un’importante apparizione durante la prima giornata.
Il Festival vide la partecipazione di grandi nomi della musica del tempo, alcuni più affermati, altri più nuovi. La serata di apertura vide tra gli altri gli Animals e Johnny Rivers, mentre in quella di sabato si annoverano nomi come i The Byrds, la Big Brother & the Holding Company, con l’ancora semisconosciuta Janis Joplin, i Jefferson Airplane, Otis Redding. Nella serata conclusiva si esibirono i Grateful Dead, i Buffalo Springfield, The Mamas & the Papas, i The Who e il ventiquattrenne talento della chitarra, Jimi Hendrix, con il suo gruppo.
Monterey 1967: le “fiamme” della musica incendiano il Festival.
Nonostante la presenza di tutti questi grandi artisti, il Festival di Monterey del 1967 è entrato negli annali per un altro motivo. Il terzo giorno, davanti al pubblico si presenta un chitarrista americano che si era affacciato da poco alla finestra del mondo della musica che conta: Jimi Hendrix. Seppur giovanissimo, Hendrix ha già dato mostra di sé in vari concerti, e si è fatto conoscere soprattutto grazie all’uscita dell’album Are You Experienced, della Jimi Hendrix Experience, trio formato dal chitarrista di Seattle, dal bassista Noel Redding e dal batterista Mitch Mitchell. Di lì a poco, la sua consacrazione sarà totale, entrando nel regno delle leggende. Hendrix è deciso a dare vita a performance sempre più eclatanti, in grado di stupire il pubblico ed esaltarlo. Durante l’esecuzione di uno dei suoi brani, Hendrix si ferma, poggia la chitarra per terra, le si inginocchia davanti, la bacia piegandosi. Poi, lancia un fiammifero acceso sulla parte della cassa. Le fiamme iniziano a divampare, e Hendrix le chiama a sé con le dita. Come spesso accade, l’intuizione e la rapidità di riflessi di un fotografo, questa volta Jim Marshall, a consegnarci l’immagine, anche se in realtà abbiamo anche le registrazioni video, e del concerto è uscito anche un dvd. Lo strumento prende fuoco, e anche la carriera di Hendrix si infiamma, anche se sarà per pochissimo tempo (muore infatti solo tre anni dopo). In realtà, molto probabilmente la chitarra bruciata da Hendrix non è quella con cui ha suonato tutto il concerto, ma è stata cambiata poco prima di darle fuoco.
Poco importa, comunque. Ciò che interessa è il gesto in sé. Hendrix si lascia andare quindi a una sorta di rituale, in cui le lingue di fuoco sembrano delle emanazioni spirituali della sua musica, vissuta in maniera profondamente passionale. La chitarra finisce poi sfasciata sul palco, in un gesto che si era già visto fare molte volte dal chitarrista dei The Who, Pete Townshend.
In realtà, la vicenda aveva un precedente, e c’entra proprio Pete Townshend.
Londra, Townsend, e una rivalità che… scotta
Qualche mese prima di Monterey, il 31 marzo 1967, all’Astoria di Londra, Jimi Hendrix aveva già dato fuoco alla chitarra sul palco. Un gesto nato proprio con l’idea di stupire e allo stesso tempo “superare” Pete Townshend, che nei suoi concerti aveva già spaccato la chitarra, come simbolo della ribellione giovanile di quegli anni.
L’idea di compiere un gesto davvero inedito, capace di attirare l’attenzione dei media nasce durante una conversazione informale con il giornalista Keith Altham, che dice a Hendrix che per finire sulle prime pagine non ci si poteva più limitare a rompere le chitarre, ma bisognava osare di più, finanche bruciarle. A questo punto, bisognava solo fare prassi della teoria. Procurato del liquido per accendini, e imbevutane la chitarra anche fin troppo, Hendrix prova più volte a darle fuoco, mentre basso e batteria continuano a suonare. Dopo vari tentativi, le fiamme prendono vita, raggiungendo il metro di altezza e bruciando anche le mani dello stesso Hendrix. La vicenda in realtà non raggiunse le prime pagine dei giornali, anzi, per come la vediamo e la interpretiamo noi oggi, fu accolta anche molto freddamente. Tuttavia, la rivalità con Townshend era arrivata all’apice. Al momento di stabilire il turno delle esibizioni, i The Who e Jimi Hendrix non sono intenzionati a fare un passo indietro: entrambi vogliono scendere sul palco prima dell’“avversario”. Alla fine, visto che nessuno dei due contendenti, tantomeno gli organizzatori, sembrano in grado di sciogliere la matassa, si sceglie di far decidere alla sorte. Lanciata in aria una monetina, i The Who usciranno prima. Ma Hendrix sembra impassibile: di lì a poco darà vita a una delle esibizioni più incredibili e leggendarie della storia della musica.